Che cambiamenti ha portato il COVID-19 nell’impiantologia?
Il Covid-19 ha influenzato e influenzerà tanto la vita privata e quella lavorativa di molti di noi. Da un punto di vista professionale, noi metteremo a punto nuovi protocolli di gestione del paziente, di disinfezione e protezione degli operatori.
Dal punto di vista delle terapie implantari ancora non è chiaro fino in fondo quanto influirà su questa tipologia di trattamenti che possiamo offrire ai pazienti.
Fino ad ora si era sempre lavorato in un ambiente protetto e sterile, e penso che integreremo le nuove direttive di protezione con i protocolli che già mettevamo in atto in passato.
Penso che l’implantologia sarà una terapia che continueremo a proporre regolarmente ai pazienti, anche perché in certe circostanze è una soluzione rapida che dà risultati a lungo termine affidabili.
Che cosa ci si aspetta dai professionisti nella cosiddetta fase 2?
Nella fase 2 torneremo al lavoro mettendo in pratica i nuovi protocolli e le nuove tempistiche di gestione degli appuntamenti. Probabilmente per ottimizzare il tempo della permanenza del paziente in studio, ove possibile cercheremo di fare più terapie nello stesso appuntamento.
Cercheremo di minimizzare, per quanto possibile, il numero delle sedute, per portare a compimento un piano di trattamento.
